lunedì 6 dicembre 2010

Drogato al volante uccide 8 ciclisti a Lamezia Terme, l’analisi della Aroi


La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “È necessario accrescere il senso di responsabilità dei giovani intensificando i controlli, la formazione per una guida sicura e l’informazione sugli effetti delle droghe e degli alcolici”

Catanzaro – “Il principio chiave è quello di accrescere il senso di responsabilità in coloro che si mettono alla guida di un’auto attraverso una intensificazione dei controlli da parte delle forze dell’ordine, della corretta formazione per una guida sicura, e di un’adeguata informazione sugli effetti prodotti dall’uso di sostanze stupefacenti e bevande alcoliche”. Risoluto il commento espresso dalla responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi, riguardo la notizia dell’ennesima strage di innocenti avvenuta nella località Marinella a Sant'Eufemia di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, dove un auto ha travolto e ucciso 8 ciclisti. Alla guida dell’auto un giovane di 21 anni di origine marocchina, immigrato regolare, al quale 7 mesi prima era stata ritirata e in seguito restituita la patente per un sorpasso azzardato e che, dai primi esami effettuati in ospedale, è risultato positivo al test della cannabis.

“Sono stati fatti notevoli passi avanti in merito alla questione, anche attraverso campagne di sensibilizzazione sul pericolo degli effetti dell’alcol – conclude l’esponente del movimento fondato da Antonello De Pierro –, ma a mio avviso occorre una maggiore comunicazione, anche relativamente ai rischi che i giovani corrono sia per la loro incolumità sia per quella degli altri, quando guidano con imprudenza e sotto l’effetto di droghe leggere, quest’ultime troppo spesso sottovalutate”.

venerdì 23 luglio 2010

A Vibo 8 condanne per morte di Federica Monteleone, profonda analisi della Infelise



La viceresponsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti :“Condanne esemplari in un processo istruito in tempi dovuti”



Catanzaro - “Vi sono pezzi di Calabria di cui essere orgogliosi e di cui purtroppo i media non amano parlare. Uno dei tanti esempi è costituito dalla recente sentenza di Vibo Valentia. Processo istruito in tempi dovuti con condanne esemplari, come quelle comminate dai giudici a tutti coloro che ne hanno responsabilità dirette e indirette, a tre anni dalla morte dalla giovane sedicenne.” Interviene con decisione e precise riflessioni, Lilia Infelise, responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, commentando la punitiva sentenza nei confronti dei responsabili del decesso, dopo un’appendicectomia, di Federica Monteleone, avvenuto a causa di un black-out presso l’ospedale della città calabrese il 16 gennaio del 2007.

Accertate le responsabilità di otto accusati su nove, puniti con la pena di due anni l’ex direttore generale dell’Asp di Vibo Francesco Malarico, Antonino Stuppia proprietario della ditta che realizzò i lavori nella sala operatoria e Roberto de Vincentis, garante delle attività tecniche dell’Asp. Un anno e quattro mesi per Giuseppe Nicola Gradia, responsabile del procedimento per l’affidamento dei lavori in sala operatoria, per il direttore sanitario del nosocomio “Jazzolino” Pietro Schirripa e l’ex direttore sanitario dell’Asp, Alfonso Luciano, sanzione di un anno e sei mesi per l’anestesista il dott. Francesco Costa. Tutti condannati anche al pagamento delle spese processuali, che ammontano ad 800.000 euro. Assolto invece il direttore sanitario dei presidi ospedali unificati, Matteo Cataudella.

Quanto accaduto è spunto da parte Lilia Infelise per un’analisi profonda sulla propria regione e sulla situazione in cui versa. “La Calabria, – prosegue – è una terra di frontiera dove le regole della civiltà sono saltate. Siamo alla resa dei conti nella sanità; l'incolmabile deficit, la corruzione dei medici che si prestano alle becere pratiche assistenzialistiche ben note, non per quel mal interpretato senso di pietà per il più debole, ma come becero mercato del voto. Basterebbe un dato semplice, raffrontando la percentuale dei politici con cariche istituzionali calabresi con laurea in medicina, alla media nazionale, si svela l'arcano: il più terribile mercato mai esistito lo ha messo a punto la politica calabrese, senza distinzioni di colori:voti in cambio di sopravvivenza. Un monito preciso: non facciamo mercato politico, almeno nella sanità e non riduciamo il tutto a una questione di numeri. L'ingegneria finanziaria non basta. La qualità e sicurezza del lavoro sono esito, oltre che di perizia tecnica nell'esecuzione di un' attività, dalla cultura a suo fondamento! Una cultura del lavoro che ne esalta il suo valore eminentemente relazionale: l' esito del lavoro di ciascuno dipende dalla responsabilità di tutti. Su cui tutti coloro che entrano in un processo, dal muratore al primario chirurgo, sono valutati. Ѐ ora – conclude l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – che anche per la sanità, a partire da quella calabrese si parli non solo di cifre ma anche di risorse umane e di processi e modelli organizzativi, esito di una cultura del lavoro che si insegna a partire dai banchi di scuola della primaria sino alle facoltà universitarie”.

martedì 8 giugno 2010

In manette 52 affiliati alla ‘Ndrangheta a Reggio Calabria, il plauso della Infelise


La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Un corpo investigativo ben preparato è l’arma vincente nella lotta alla criminalità organizzata”

Reggio Calabria, 8 giugno 2010 - “Agli investigatori reggini va il nostro plauso, per un ulteriore importante colpo inferto alla malavita organizzata che, come organismo parassita, drena risorse economiche e avvilisce il tessuto civile di questa regione”. E’ il primo commento di Lilia Infelise, viceresponsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, alla brillante operazione della polizia che nel reggino ha portato all'esecuzione di 52 ordinanze di custodia cautelare in carcere contro presunti affiliati a potenti cosche della 'Ndrangheta, operanti nella zona di Palmi. Le famiglie colpite, nell’ambito delle indagini su presunte infiltrazioni mafiose negli appalti per l’ammodernamento dell'autostrada A3, sono quelle dei Gallico-Morgante-Sgrò-Sciglitano e Bruzzise-Parrello. “La criminalità organizzata - continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro - è un male da estirpare in profondità, in tutte le sue diramazioni, nel tessuto economico, politico, ma anche nelle sue infiltrazioni più subdole, quelle rintracciabili nel mondo culturale e della scuola. Un corpo investigativo ben preparato, adeguatamente sostenuto da risorse economiche, logistiche e strumentali, in grado di agire con rapidità in tutte le fasi del complesso processo giudiziario, che operi di concerto con i responsabili del mondo imprenditoriale, della cultura e della scuola, è l’arma vincente. Tutto ciò - conclude la Infelise - insieme ad una rigorosa trasparenza nell’impiego e nel monitoraggio dei fondi pubblici”.

mercoledì 28 aprile 2010

Lodi e applausi al boss Tegano in Calabria, la dura condanna della Infelise


La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “Minoranza irresponsabile che dà una visione errata della realtà locale”


Reggio Calabria, 28 Aprile 2010 – “Le immagini televisive che mostrano una parte minoritaria e irresponsabile della popolazione calabrese applaudire il boss Giovanni Tegano, se commentate inadeguatamente, danno una errata visione della Calabria”. La prima preoccupazione di Lilia Infelise, viceresponsabile per la stessa regione dell’Italia dei Diritti, è ovviamente quella di sgomberare il campo da possibili interpretazioni e generalizzazioni di quanto accaduto ieri davanti alla Questura di Reggio Calabria. Un centinaio di persone si sono radunate per acclamare e osannare il boss della ‘ndrangheta Tegano, arrestato lunedì dopo 17 anni di latitanza, accolto al grido di “Giovanni uomo di pace”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro è del parere inequivocabile che l’unico plauso vada all’ottimo lavoro svolto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, “impegnata al fianco di quella maggioranza onesta della popolazione calabrese, che spesso in silenzio e solitudine convive e lotta per spezzare il soffocante cerchio del malaffare. Una battaglia – conclude la Infelise – con avversari anche tra gli alti responsabili dei partiti, che impediscono la crescita delle comunità locali e il ricambio della classe dirigente, candidando collusi e protagonisti delle cosche mafiose per assicurarsi pacchetti di voti sicuri”.

martedì 27 aprile 2010

Arrestato in Calabria il figlio del boss Morabito, la Aroi soddisfatta

La responsabile regionale dell’Italia dei Diritti: “La cattura di determinati soggetti dà un senso di sicurezza che fa riprendere anche fiducia nella giustizia”


Reggio Calabria – “Notizie di questo genere sono sintomatiche del fatto che il meccanismo della giustizia è sempre più attento e grazie a ciò ottiene eccellenti risultati”. Questo il commento di Pamela Aroi, responsabile calabrese dell’Italia dei Diritti, all’arresto di Rocco Morabito, figlio del boss Giuseppe, sfuggito alla cattura nell’operazione “Reale” del 22 aprile. “Sicuramente una nota positiva va fatta verso le forze dell’ordine – continua la Aroi –, a cui va un ringraziamento per l’ottimo lavoro che stanno svolgendo, come conferma un’altra cattura illustre avvenuta in queste ore ai danni di un latitante appartenente alla famiglia Tegano. Sapere che determinati soggetti vengono arrestati – conclude la rappresentante del movimento presieduto da Antonello De Pierro – dà un senso di sicurezza che fa riprendere anche fiducia nei confronti di una giustizia di cui spesso vengono sottolineate solo lungaggini e brutture”.

venerdì 9 aprile 2010

Data alle fiamme auto del candidato sindaco di Gioia Tauro, la Aroi solidale


La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “Mi auguro che questo fatto non influenzi né l’elettorato né l’aspirante primo cittadino”

“Esprimo piena solidarietà alla persona, a prescindere da qualsiasi schieramento politico. È una vergogna che la campagna elettorale debba essere costellata di simili episodi. La politica è volta a orientare i comportamenti della società e mai dovrebbe essere teatro di violenza, minacce e assurdi atti criminali”. Lo ha dichiarato la responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi, in relazione a quello che a tutti gli effetti sembrerebbe un attentato intimidatorio, perpetrato la notte scorsa al candidato sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, la cui auto è stata incendiata nel parcheggio davanti la sua abitazione. Il 42enne avvocato, sostenuto da due liste civiche, se la vedrà nel ballottaggio di domenica e lunedì prossimi con Umberto Pirilli, appoggiato dal centrodestra. Al momento non ci sono ancora indizi concreti al vaglio della Polizia del comune calabrese che indaga sull’accaduto.

“È meschino che ignoti approfittino del fatto che quest’uomo ora sia in vista, in quanto aspirante alla carica di primo cittadino, contrastando così gli ideali di cui è portatore, quando invece sarebbero opportuni dialogo e argomenti pregnanti”, sottolinea la rappresentante regionale del movimento per la legalità e la giustizia guidato da Antonello De Pierro. Infine la Aroi nota: “Questo fatto non deve influenzare l’elettorato, ma soprattutto non deve condizionare il candidato Bellofiore che, qualora fosse eletto sindaco, dovrà anche superare la paura di nuovi attacchi”.

giovedì 18 marzo 2010

Operazione dei carabinieri contro la ‘Ndrangheta, la Aroi commenta


La responsabile dell’Italia dei Diritti per la Calabria: “La criminalità organizzata nella nostra regione è un fenomeno importante da contrastare”



Catanzaro – “Ancora una volta siamo di fronte ad un fenomeno importante che si manifesta nel cuore di una città dal carattere mafioso. L’esistenza di questa Cosca è però da confermare o smentire, siamo in una fase prematura per dire se esiste veramente”. Queste le prime parole di Pamela Aroi, responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, circa l’arresto di sei persone e sette avvisi di garanzia per omicidio contro la ‘ndrangheta nell’ambito di un’indagine condotta dai Carabinieri di Reggio Calabria. Le accuse nei confronti delle 13 persone coinvolte, ritenute esponenti del clan Ursino, sono associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsioni, traffico di droga e trasferimento fraudolento di valori. “In questo caso si aggredisce il patrimonio economico, impossessandosi di beni materiali che consentono di delinquere, si deve perciò intervenire con attività collaterali di indagini -. chiosa l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – Il contrasto alla ‘ndrangheta si fa sempre più intenso soprattutto quando si cerca di contrastare quella criminalità organizzata che in materia di estorsioni e intimidazioni dimostra di essere un gruppo talmente forte da non rendere la comparazione con la criminalità individuale”.

martedì 2 marzo 2010

Primato di estorsioni a Vibo Valentia, il commento della Aroi


COMUNICATO STAMPA

Primato di estorsioni a Vibo Valentia, il commento della Aroi

La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “Dobbiamo contrastare la criminalità in aumento nella nostre città”

Catanzaro, 2 marzo 2010 – “Non posso che prendere atto di questo triste primato e sperare in uno sforzo maggiore da parte di istituzioni e cittadini per contrastare tali fenomeni di delinquenza”. Questo è il commento della responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti Pamela Aroi ai dati emersi dal monitoraggio del Ministero dell’Interno riguardo la criminalità nel nostro Paese. Dallo studio effettuato affiora che nel 2009 la città calabrese Vibo Valentia è al sesto posto in Italia per numero di estorsioni. “La consumazione di reati come questi è divenuta troppo frequente e scontata – continua l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – è assurdo che piccole realtà come queste vengano alla luce per tali accadimenti. La Calabria – conclude la Aroi – è una bellissima regione, dobbiamo batterci per non distruggere quello che di buono abbiamo”.


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Sequestro per truffa di stabilimento idrico a Lamezia Terme, lo sdegno della Aroi


COMUNICATO STAMPA

Sequestro per truffa di stabilimento idrico a Lamezia Terme, lo sdegno della Aroi

La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “Un episodio che mette in cattiva luce la nostra regione già gravata da troppi problemi”

Catanzaro 2 marzo 2010 – “È avvilente leggere tra le pagine dei giornali notizie che mettono in cattiva luce le città della Calabria. Dovremmo essere ai primi posti per le bellezze delle nostre terre e non per la disonestà di qualcuno.” È con queste parole che la responsabile regionale dell’Italia dei Diritti Pamela Aroi commenta il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza di uno stabilimento industriale per la produzione di acqua minerale a Feroleto Antico, nei pressi di Lamezia Terme. Le indagini hanno coinvolto il titolare dell’impresa e altre tre persone accusate di presunta truffa in relazione alla percezione illegale di contributi comunitari. “La nostra è una realtà difficile, poche sono le industrie che riescono a sopravvivere – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – purtroppo episodi come questo danneggiano la fiducia che le istituzioni internazionali hanno nei confronti di chi è deciso a contribuire per sviluppo della nostra economia”.

Ufficio Stampa Italia dei Diritti

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venerdì 12 febbraio 2010

Arresti per la stage di Duisburg, approvazione della Aroi


La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “Segnale concreto di lotta alla mafia, mancava questo pezzo del puzzle.”


“Questi arresti sono un forte segnale del sistema antimafia che, in questo periodo, sta lavorando costantemente in Calabria”. Questo è il commento della responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi, alla notizia dell’arresto degli alti due esponenti del clan accusato della strage di Duisburg del Ferragosto del 2007.
La Aroi sostiene: ”Quando tali persone rimangono libere sono possibili nuove violenze ed inoltre rimane incompleta l’azione della magistratura. In questo caso ciò non è avvenuto: si è chiuso il cerchio intorno a questi mafiosi. E’ un buon momento per la lotta alla criminalità sia a Reggio che in tutta la regione. Quanto accaduto è un segnale per tutti – continua - che la giustizia è presente sul territorio e riesce a farsi valere nella battaglia alla ‘ndrangheta”. L’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro conclude poi: ”Ringraziamo i magistrati e le forze dell’ordine per l’incessante lavoro di investigazione attuato contro tutte le mafie del paese. Proviamo profondo rispetto per coloro che a scapito della loro vita cercano di arginare la delinquenza organizzata che tenta di impossessarsi della Nazione”.

mercoledì 10 febbraio 2010

A Cosenza psichiatra in manette per false invalidità, il punto della Aroi


La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti:“ Controlli più rigorosi sui professionisti selezionati”

Sono scattate a Cosenza le manette per Francesco Niglio, psichiatra incaricato dal giudice del lavoro del Tribunale del capoluogo calabrese di curare le pratiche per l’ottenimento dell’indennità di accompagnamento. L’analista è stato fermato dalla Guardia di Finanza dopo che l’ultima delle sue pazienti, trovatasi di fronte alla richiesta di 5000 euro per l’esito positivo della domanda, ha deciso di denunciarlo alle forze dell’ordine e in seguito collaborare affinché venisse colto sul fatto.
“Siamo ancora costretti a sopportare la vergogna per un nuovo episodio di malasanità, questa volta inserito in un contesto dove la legalità deve essere a ogni costo preservato dal malcostume”. Queste le parole della responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti Pamela Aroi, che aggiunge: Il ruolo del medico arrestato è di arbitrare e garantire l’aiuto pubblico agli onesti cittadini, nonché di rappresentare una «longa manus» del giudice senza ovviamente approfittare del ruolo gettando ombre sulla validità dello Stato
Mi aspetto controlli più rigorosi sui professionisti selezionati creando magari albi più rigorosi e – conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – proponendo ai cittadini una doverosa dimostrazione di una politica sociale onesta e per questo finalmente utile”.

Arresti per sfruttamento prostituzione nel cosentino, il punto della Aroi


La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti commenta la liberazione di decine di schiave a opera delle forze dell’ordine

Nelle prime ore del giorno gli agenti del commissariato di Castrovillari hanno posto sotto arresto 14 persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Il gip del comune cosentino, coordinatore delle indagini, pone così fine all’inferno di decine di ragazze provenienti dall’Europa orientale costrette a percorrere nelle ore notturne le strade della Sibaritide, subire violenze nel caso non avessero portato il denaro sufficiente e addirittura abortire ripetutamente.

“E’ stato importantissimo riuscire ad acciuffare i criminali”, commenta la responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti Pamela Aroi, che aggiunge: ”Ancora una volta è dimostrata la perizia degli inquirenti nel fronteggiare un cancro della vita sociale, in cui sono coinvolti sia gli spietati aguzzini, sia una macabra domanda delle prestazioni che rende il fenomeno ancor più complesso e da non sottovalutare.

Mi chiedo se la clientela ignori del tutto la reale condizione delle povere ragazze oppure giri cinicamente la testa da un’altra parte purché venga soddisfatta l’impellente libido. Qualunque sia la risposta - conclude l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – resta comunque una desolante amarezza”.

martedì 19 gennaio 2010

Truffa all’Inps di Catanzaro, la reazione della Aroi



La responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti: “Truffe del genere sono all’ordine del giorno. Bene i controlli ma mai abbassare la guardia”

Sono 11 le persone denunciate dal nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Catanzaro per truffa aggravata e falso. Gli indagati avrebbero infatti percepito indebitamente compensi per centinaia di migliaia di euro sottraendoli all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale. “Non sempre si può fare affidamento sull’onestà dei cittadini, ecco perché l’azione delle fiamme gialle deve risultare sempre incisiva e attenta a scoraggiare un malcostume troppo spesso diffuso nel nostro Paese”, dichiara la responsabile per la Calabria dell’Italia dei Diritti, Pamela Aroi.

Tra gli espedienti usati per truffare il comparto pensionistico catanzarese anche l’esistenza in vita di un genitore, deceduto invece da diversi anni, che permetteva alla persona interessata di intascare da anni il vitalizio mensile, fino ad una somma di circa 135.000 euro. “La truffa all’Inps è un reato che si perpetua da sempre ed è paradossale che, mentre qualche furbetto riesce a farla franca, altri cittadini abbiano invece problemi nel ricevere una prestazione di diritto”, commenta l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro.

Il danno erariale ammonta ad una somma di denaro di circa 202.568,00 euro. “Una cifra altissima – conclude la Aroi – che pesa sulle casse dello Stato ma che si ripercuote anche sulle tasche dei cittadini, i primi a farne le spese. Per questo l’unica soluzione è mantenere costante l’opera di prevenzione e controllo da parte della guardia di finanza e punire i responsabili”.